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La regata storica delle Repubbliche Marinare

La Regata delle Antiche Repubbliche Marinare è una manifestazione di rievocazione storica, istituita per la prima volta nel 1955. Lo scopo era quello di evocare le imprese e la rivalità delle più famose Repubbliche marinare italiane come: Amalfi, Pisa, Genova e Venezia.

La gara consiste in una sfida tra quattro equipaggi di vogatori, ognuno dei quali rappresenta ciascuna delle repubbliche marinare.

Questo evento, che si svolge alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana, ha luogo ogni anno il 2 giugno ed è ospitato a rotazione tra le varie città.

Le origini della Regata

L’idea di un vero e proprio evento, che ricordasse le vicende delle quattro potenze marittime del Medioevo, nacque verso la fine degli anni Quaranta del XX secolo.

L’idea parte da un noto cavaliere pisano, Mirro Chiaverini, la cui proposta fu esaminata per la prima volta dal responsabile dell’Azienda di Soggiorno e Turismo di Pisa. In questo modo il progetto si è esteso anche alle altre città che in passato avevano fatto parte dell’elenco delle 4 repubbliche.

Una volta raggiunto l’accordo, c’è stato un lungo processo di elaborazione di uno statuto e di un regolamento per il regolare svolgimento del concorso.

Il 29 giugno 1955 fu effettuato un primo test sperimentale a Genova con imbarcazioni chiamate “gozzi” con quattro vogatori, ovvero quattro uomini che remavano.

Il 10 dicembre dello stesso anno fu firmato ad Amalfi l’atto costitutivo che sancì la creazione dell’Ente Organizzatore della Regata.

Le imbarcazioni, costruite dalla Cooperativa Gondolieri di Venezia, furono varate il 9 giugno 1956 sulla Riva dei Giardini Reali, con la benedizione del Patriarca di Venezia Angelo Roncalli (poi eletto papa con il nome di Giovanni XXIII).

La prima edizione si svolse a Pisa il 1° luglio dello stesso anno. Tra i presenti spiccavano in particolare il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi e il Ministro della Marina Mercantile Gennaro Cassiani.

Il regolamento della Regata Storica delle Antiche Repubbliche Marinare

Anche se con piccole modifiche, si può dire che il regolamento della regata è rimasto invariato nel tempo. Alla gara partecipano 4 equipaggi, ognuno dei quali è composto da 8 vogatori (coloro che remano) e da un timoniere che è responsabile della direzione dell’imbarcazione.

Le barche devono essere costruite tutte con gli stessi parametri e prima della gara vengono sottoposte a pesatura. Infatti, per essere ammessi, non devono pesare più di 760 chilogrammi, proprio per garantire una maggiore efficienza e leggerezza in acqua.

Le barche, un tempo costruite in legno, sono ora realizzate in fibra di vetro. Ogni imbarcazione deve essere riconoscibile dai colori con cui è dipinta e che rappresentano le varie città e dai pali, o dalle sculture in legno, che posti a prua raffigurano l’animale simbolo di ogni città.

Per questo motivo, la barca di Amalfi è identificata dal colore blu e dal cavallo alato. Quella di Genova con un colore bianco e un drago (che si riferisce a San Giorgio, protettore della città). Quella di Pisa con un colore rosso e un’aquila (che simboleggia l’antico legame tra la Repubblica Pisana e il Sacro Romano Impero). E quella di Venezia con un colore verde e un leone alato (che si riferisce a San Marco Evangelista, patrono della città).

Lo svolgimento della regata

La regata si svolge su un percorso di 2 chilometri, che varia a seconda della località. Ad Amalfi si voga nel Mar Tirreno lungo la costa. A Genova nel Mar Ligure all’interno del bacino portuale. A Pisa nel fiume Arno, che potete vedere nel nostro tour pisano, ma controcorrente. A Venezia, nella caratteristica laguna sul mare Adriatico.

Prima dell’inizio della partita, le corsie vengono sorteggiate e il via viene dato dal giudice arbitro. La giuria, invece, valuta l’arrivo, giudicando il “taglio” del traguardo da parte di ogni barca.

Ovviamente, è vietato, durante la gara, invadere la corsia di un avversario, pena la retrocessione all’ultimo posto decretata dalla giuria.

La città vincitrice della Regata riceve un trofeo in oro e argento, realizzato dalla Scuola Orafa Fiorentina. Rappresenta un galeone a remi (come quello utilizzato per la gara) sostenuto da quattro ippocampi, sotto i quali compaiono gli stemmi delle quattro Repubbliche Marinare.

Lo mantiene per un anno, fino al nuovo palio nell’edizione successiva. Sulla base del trofeo, inoltre, viene apposta di anno in anno una medaglia con il simbolo della città vincitrice della Regata; quindi ci sono tante medaglie quante sono le edizioni disputate.

Il corteo storico della Regata

Il momento più atteso della manifestazione è il corteo storico, che vede ogni città sfilare con abiti medievali, cavalli, cavalieri e dame.

La processione di Amalfi rappresenta la società della repubblica campana all’inizio dell’XI secolo, quando raggiunse il suo apice. Al suo interno sono presenti i rappresentanti delle varie classi sociali: la magistratura, i militari e il popolo. In particolare, sfilano il duca e i cavalieri con le spade, i cui paramenti vengono poi ripresi dai membri dell’Ordine dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme.

Il corteo genovese ripropone il periodo consolare della repubblica ligure, cioè prima della presa di potere da parte dei dogi. L’episodio rappresentato vede protagonista il condottiero Guglielmo Embriaco soprannominato “Testa di maglio”, che guidò la flotta di Genova durante la Prima Crociata. Inoltre, non mancano i rappresentanti delle classi sociali: mercanti, uomini d’arme e popolo.

Il corteo pisano evoca alcuni episodi salienti della storia della repubblica alpina. Tra queste spicca l’impresa dell’eroina Kinzica de’ Sismondi, che nel 1004 salvò la città da un attacco saraceno. A questi si aggiungono i vari condottieri che si sono succeduti nel governo di Pisa, oltre a soldati, marinai, trombettieri e timpanisti.

Il corteo veneziano presenta come episodio centrale la donazione dell’isola di Cipro a Venezia, avvenuta nel 1489 grazie a Caterina Cornaro. Nel corteo sfilano le più alte cariche della Repubblica di Venezia: il doge, i senatori, gli ambasciatori e il capitano da mar. È esposto anche il “vessillo di San Marco”, donato a Venezia nel 1171 da Papa Alessandro III per ringraziare la città, che aveva fatto da mediatrice tra Papato, Impero e Comuni.